La Barcunata 54
Riconosco il mite cielo dei tuoi occhi quando la dolcezza del miele l'anima cattura e il tuo sogno la pervade e perde. E teneri d'impensabile pudore intero ardono il cuore. Luce inaccessibile sul levigato volto sereno che l'anima mi quieta; e i pensieri la tua presenza sola placa e pervade. O quando verdi scaglie accendono un delirio inquieto e irrefrenabile, e nubi addensi per improvvisi scoppi di baleni: luce che dagli occhi immiti folgori e saetti. E poi l'assenza che mi sferza i giorni e fa gemere le notti, e io sono scoglio che il mare furibondo vulnera e castiga. E tu, - lontana dal mio nido - volo azzurro di gabbiano oltre la tempesta.