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San Nicola nel cassetto

di La Redazione

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È stata inaugurata il 22 luglio (e rimarrà aperta fino al 31 agosto) la mostra “San Nicola nel cassetto”, una interessantissima esposizione di fotografie d’epoca sul nostro paese, curata con grande impegno e passione da Antonio Galati e Vito Pileggi. La mostra è patrocinata dall’Amministrazione Comunale, alla quale va espresso il plauso più vivo per la bella iniziativa, che sta riscuotendo notevole apprezzamento da parte della popolazione e dei tanti emigrati rientrati. La Barcunata ha incontrato i curatori dell’esposizione per parlare del lavoro da essi portato a termine.

La Barcunata: Quanto è durata la preparazione della mostra e quali difficoltà ha comportato?

Antonio Galati: La preparazione della mostra nasce da una passione individuale che parte, per quanto mi riguarda, da almeno una trentina d’anni.

Io, come anche i miei fratelli, ho sempre avuto grande interesse per la fotografia. Nella mia famiglia, su quattro fratelli tre eravamo forniti di “Comet II”. La mia macchina la portai anche in America, conservo delle foto scattate sulla nave “Michelangelo” durante la traversata. Da tempo ho iniziato a raccogliere foto d’epoca.

All’inizio le chiedevo casa per casa, e devo dire che tutti mi aprivano le porte; di solito le riproducevo e restituivo gli originali, ma molti me le hanno anche regalate. La seconda fase, dopo la ricerca, consisteva nel contattare le persone viventi che sapessero individuare le persone ritratte, le ricorrenze, la storia che c’era dietro ogni fotografia, i particolari anche apparentemente insignificanti.

Per fortuna io ho una buona memoria, per cui riesco a ricostruire sempre la storia di ogni foto.

Tuttavia il mio lungo lavoro di ricerca non sarebbe servito a nulla se non fosse stato messo al servizio della comunità, concretizzandosi in questa mostra, che è la prima ma certo non sarà l’ultima.

Vito Pileggi: Anch’io fin da ragazzo ho cominciato, con le foto di famiglia, ad andare indietro nel tempo, valorizzando l’idea della fotografia come momento statico di memoria.

L’idea della raccolta cominciò a prendere forma con le esposizioni curate per il circolo ARCI negli anni ‘80. In seguito venni a conoscere l’analogo interesse di Antonio Galati.

Allora le due esperienze, che all'origine procedevano parallelamente, si sono unificate in una ricerca più approfondita, fatta di scambi di idee e materiale fotografico che è sfociata nell’allestimento di questa mostra.

Io ho un particolare interesse per il “momento” fotografico, che vedo come un’apertura e una fonte di riflessione sul passato, quasi una “finestra” sul passato.

La Barcunata: Quindi, qual è il perché di questa mostra?

Vito Pileggi: La mostra nasce non come espressione di nostalgia, ma come ricerca e recupero della memoria di una comunità, la nostra, che, vivendo un forte sviluppo, ha subito profondi cambiamenti che le hanno fatto perdere l’aspetto urbanistico, l’architettura, il costume ecc.

Spesso i cambiamenti sono stati fatti senza pensare che si cancellava il passato, la storia. Per questo capita che non riconosciamo molto di ciò che vediamo nelle fotografie. Voglio anche dire che la mostra è come una specie di mosaico, a cui si potranno aggiungere pezzi sempre nuovi.

La Barcunata: Come mai non si è pensato di completare l’esposizione con dei pannelli illustrativi di taglio storico sui mestieri; le istituzioni; la vita privata ecc.?

Vito Pileggi: Dato che la mostra non ha un catalogo, si è ritenuto di sintetizzare al massimo i cenni storici, e di metterli alla portata di tutti con brevi didascalie. Se ci sarà un progetto più ampio, si penserà a realizzare per ogni foto una scheda, sia di tipo storico, suddividendo le immagini per argomenti, sia fornendo per ognuna l’individuazione del momento fotografico e l’identificazione delle persone rappresentate.

La Barcunata: Qualche accenno su come è strutturata l’esposizione?

Vito Pileggi: La mostra copre circa cento anni di storia, dal 1870 al 1966. Il percorso espositivo parte da una planimetria datata 1914 e da un grande quadro realizzato all’inizio del secolo da un emigrato negli Staiti Uniti. Entrambi raffigurano il paese prima dei grandi cambiamenti urbanistici e toponomastici. Solo che mentre la planimetria è realizzata da un tecnico, in modo scientifico, il quadro restituisce un’idea immaginaria dell’autore, la cosa più importante che ne emerge è l’affetto di questo emigrato e di tutti gli emigrati, che partend0 vogliono portare con sé il ricordo del paese.

Antonio Galati: Effettivamente questa persona ha dimostrato un grande attaccamento al paese, al punto da volerne conservare non solo il ricordo nel cuore, ma anche l’immagine, pur non essendo un pittore nemmeno dilettante. Ha rappresentato il sentimento di tutti gli emigrati, che amano il paese più dei residenti. Io posso ben dirlo perché sono stato emigrato per dieci anni e ho imparato quanto si ama il paese vivendo lontano.

Vito Pileggi. La mostra prosegue con le vedute panoramiche dell’abitato, le chiese nel loro aspetto antico, la costruzione dei ponti sulla strada per Filogaso (che rappresentano un po’ la congiunzione del paese col mondo esterno), l’antico costume del paese con i due personaggi di Annunziato Cina e Maria Galati. Poi ancora le fiere in via Roma e davanti alla chiesa di San Nicola, e si continua con tutti i momenti più salienti della vita pubblica e privata, festa religiose e manifestazioni civili, scolaresche, matrimoni e funerali, gruppi di persone.

La Barcunata: Siete soddisfatti dell’accoglienza che l’iniziativa ha ricevuto?

Antonio Galati: Siamo molto soddisfatti perché abbiamo ricevuto molti consensi, anche superiori alle aspettative. Giorno dopo giorno arrivano riconoscimenti da persone che hanno visitato la mostra e si ripromettono di tornare, tanta è stata la soddisfazione e i ricordi suscitati. Diversi gruppi sono venuti a prendere appuntamento per essere guidati nella visita. Tutto ciò è importante, perché la mostra non è un fatto individuale, ma di interesse comune per il paese; inoltre è anche un ringraziamento per tutte quelle persone che hanno contribuito a questa ricerca.

Vorremmo qui ringraziare, tra i tanti, Grazia Marchese, Domenico Tallarico, Giuseppe Galati. Un ringraziamento particolare anche al dott. Domenico Galati che ha curato la stampa delle didascalie e a Vittorio Cosentino e Sergio Martino che hanno collaborato.

Vito Pileggi: Ringraziamo l’Amministrazione Comunale che ci ha permesso di portare avanti questo progetto così impegnativo, più di quanto si possa credere, che solo la passione e l’amore ci ha fatto realizzare.

La Barcunata: Per finire: c’è una foto che amate particolarmente?

Antonio Galati: Sì, ed è anche la foto che, a quanto ho sentito, ha colpito di più la maggior parte dei visitatori. Rappresenta un gruppo di bambini, durante lo sposalizio Iozzo-Forte (19...), tutti rivolti in attesa verso chi lancia i confetti e le monetine.

Vito Pileggi: È una di quelle foto che rappresenta in maniera più vera la realtà del paese. Molte foto sono belle, ma statiche, di posa, con l’immancabile presenza dei soliti notabili. Questa invece è una foto di stampo neorealistico, si distacca dalle altre e rappresenta una sintesi dello spirito di quegli anni.

La Barcunata ringrazia Antonio e Vito per l’incontro ed invita tutti i lettori a visitare l’esposizione, nei locali dell’edificio scolastico. Può essere una importante occasione per riscoprire il passato e per sensibilizzarsi per l’avvenire, affinché non capiti ancora di lasciar deformare in maniera così grave, come è purtroppo avvenuto nei decenni scorsi, i connotati del nostro paese.